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ce sindi cerqua!!!

FORT McCLELLAN 2010

FORT McCLELLAN 2010

Sono circa 10 giorni che sul blog ci sono un numero inaspettato ed inusuale di visite giornaliere: dai 300 ai 400 visitatori al giorno!

Strano per un blog, che non ha avuto aggiornamenti da mesi e mesi (per mancanza di foto inviate dai lettori)!

Allora dato che 15 giorni fa sono diventato “famoso” per qualche minuto (ed un pennese, anche se di adozione, che va in TV e sui giornali americani va pubblicizzato), ve lo racconto, riciclando un post preso dai quattrovecchiinamerica!

 

Da quattrovecchiinamerica:

 

Oggi in   breve vi racconto la cerimonia alla quale per la terza volta ho partecipato, in qualita’ di guest speaker!!

Nel blog non parlo mai di lavoro, ma questa occasione non la sento come lavoro, ma come una cosa che non e’ semplicemente lavoro, ma un qualche cosa di piu’: un piacere.

Poi i miei genitori (diventati tecnologici, da quando abbiamo lasciato l’Italia: sanno usare internet e Skype!! Strumenti che prima erano a loro sconosciuti) avevano piacere di vedere il loro “ex ragazzo all’opera”. 

E se loro hanno la stessa felicita’ che mi danno i miei bambini, solo perche’ esistono, perche’ negargliela!!!

A circa 300 Km  a Sud di HSV si trova un vecchio forte americano (Fort McClellan), nel quale esiste un cimitero di guerra, nel quale sono sepolti alcuni soldati italiani e tedeschi, catturati durante la seconda guerra mondiale e trasportati in uno dei numerosi campi di prigionia costruiti all’uopo dagli americani, in America.

Ecco una foto del forte degli anni ’40.

In questo forte sono sepolti tre soldati italiani, che hanno passato molto della loro vita in questo campo.

Non pensate che il campo di prigionia sia stato come quelli nazisti in Europa!

Qui i prigionieri hanno lavorato in tutte le arti e mestieri, senza angherie di sorta. Ma naturalmente erano sempre prigionieri!

Da quanto mi hanno raccontato gli americani del luogo, i prigionieri hanno stabilito un forte contatto con la comunta’ locale di Anniston, alcuni si sono sposati ed alcuni hanno realizzato pregevoli opere artistiche (che sono ancora esposte presso il campo).

Per celebrare questi prigionieri di guerra (POW) ogni anno si tiene una cerimonia, organizzata da volontari del luogo, ed alla quale partecipano ufficiali italiani, tedeschi ed americani.

Anche quest’anno (per la terza volta consecutiva) ho avuto il piacere e l’onore di rappresentare l’Italia in questa cerimonia.

Devo dire che la prima volta la sentivo molto come lavoro e poco come piacere. Ma avendola fatta per ben tre volte, ho avuto modo di conoscere molti degli organizzatori e degli spettatori, e da lavoro si e’ trasformato in piacere di rivedere i luoghi e le persone, prima sconosciute e poi volti familiari!

Eccomi sotto mentre deponevo la corona di fiori sulla lapide, aiutato da Silvia che invece aveva il compito di deporre tre mazzi di fiori sulle tre tombe degli Italiani.

Sotto i partecipanti (che quest’anno erano piu’ di 150, grazie alla pubblicita’ che le TV locali avevano fatto nei giorni precedenti l’evento) che ascoltavano il discorso introduttivo della signora che gestisce l’evento, in prima persona, senza fini di lucro!

La deposizione della corona, da parte di veterani di guerra americani, mentre io ed il collega tedesco apettavamo di fare il nostro discorso.

Dopo il discorso nostro e di un collega americano, eccoci con i lineamenti piu’ rilassati!

Infatti fare un discorso, in inglese davanti ad americani, non e’ sempre semplice.

La tensione si sente sempre (anche se e’ la terza volta), ma con un po di coraggio e “senza pensarci troppo” ci si riesce!

La cosa che invece mi ha colpito a sopresa, e’ stata l’intervista che una televisione locale, mi ha gentilmente richiesto!

Naturalmente dire di no, sarebbe stato poco educato, e con un po di ansia mi sono buttato!

Le domande non erano programmate e non sapevo cosa mi avrebbero chiesto.

Mi hanno microfonato e l’intervista e’ iniziata.

L’emozione e’ stata forte, in piu’ avevo la bella giornalista davanti a me, che “in qualche modo distraeva la mia attenzione”.

Infatti era molto carina.

Allora per concentrarmi ho cercato di guardare il camerman, meno avvenente!!

L’intervista ha avuto un buon successo, ed e’ stata trasmessa dalla TV, il giorno dopo.

Chi avesse voglia di  vederla ed ascolatre il mio “emozionato” inglese, puo’ vederla a questo link:

 http://www.tv24.tv/videoPlayer/?video=/uploadedFiles/File/news_Other_1289885446.flv

Inoltra la mia bella faccia rubiconda e’ andata sulla prima pagina dell’Anniston Star!!!

http://www.annistonstar.com/view/full_story/10315527/article-%E2%80%98Somber-respect%E2%80%99-is-paid-to-buried-veterans-of-the-enemy-in-an-ended-war?instance=home_lead_story 

Dopo la cerimonia, siamo andati in un locale del Forte, dove ci sono stati vari discorsi celebrativi relativi ai POW.

Naturalmente alla fine grande pranzo americano, con cibo americano al 100%.

Ma non era poi cosi’ male (e’ proprio vero che sono due anni e mezzo che vivo in USA. Prima non lo avrei mai detto!).

Durante il pranzo abbiamo chiacchierato con gli spettatori (per la maggiorparte arzilli vecchietti), che ogni volta mi raccontano aneddoti sul campo, sui prigionieri e sulle loro esperienze fatte in Italia.

Infatti ognuno di loro e’ stato in Italia, chi per lavoro, chi in  guerra, chi perche’ e’ andato a trovare un figlio nelle basi americani italiane!

Alla fine ci siamo salutati con abbracci ed un arrivederci all’anno prossimo.

Quando gli ho detto che probabilmente non ci sarei stato, ci sono rimasti male, e mi hanno chiesto di partecipare lo stesso!

Non sara’ facile, ma mai dire mai!!

Prima di tornare a casa ho fatto una foto, meno ufficiale!!

Un’aquila volava alta in cielo (ma non era quella della Lazio) quando ho lasciato il Forte!

 

Thirty POW camps were built in 1942 to house the onslaught of captured enemy soldiers. McClellan’s POW camp was completed in 1943. By mid-1944, German POWs had become a significant part of the labor pool at Fort McClellan. In their off hours and in jobs assigned to them on post, POWs created a substantial legacy at Fort McClellan in masonry and art as well as more invisible improvements. Two hundred prisoners were detailed daily for excavation, drainage, and clearing operations on the main post; 170 were involved with food preparation; and others worked on vehicles on post. POW labor is responsible for numerous examples of stonework on Fort McClellan, including stone walls, chimneys, a patio built behind the old Recreation Center, drainage ditches, and landscaping. The carved bar at the Officer’s Club (Remington Hall) and the exceptional murals which dress the club’s wall are also credited to POWs. The camp at Fort McClellan not only acted as the processing center for all prisoners interned in the Alabama camps, but was the last camp to be deactivated on April 10, 1946. 

29 novembre 2010 Posted by | Feste | , | 4 commenti